Ecco le novità 2025 riguardo ai nuovi requisiti richiesti dal GSTC sulla sostenibilità ambientale per l’ottenimento della certificazione di hotel sostenibile
Come anticipato nel precedente articolo, dal 1° gennaio 2025 sono previsti alcuni nuovi requisiti per l’ottenimento della certificazione GSTC. Abbiamo già trattato le novità riguardanti i criteri A e B sulla gestione sostenibile e sulla sostenibilità socio-economica.
In questo nuovo articolo parliamo invece della macroarea D, relativa alla sostenibilità ambientale, dove sono stati introdotti vari aspetti da tenere in considerazione durante gli audit condotti a partire dal 2025.
Quali sono quindi le novità?
Criterio D1.1 – Acquisti preferibili dal punto di vista ambientale
Il criterio D1.1 prevede che le politiche di acquisto debbano favorire fornitori e prodotti sostenibili dal punto di vista ambientale, tra cui beni strumentali, alimenti, bevande, materiali da costruzione e beni di consumo.
Durante il primo audit, verrà verificato che sia presente uno strumento per valutare le performance di sostenibilità di fornitori terzisti (ad esempio: utilizzo di energia rinnovabile, rispetto dei diritti dei lavoratori, uso efficiente dei trasporti, ottenimento di certificazioni pertinenti), i quali devono essere informati sui requisiti elencati nello strumento di valutazione.
È inoltre necessario documentare che l’azienda adotti una politica degli acquisti che dia priorità a prodotti e fornitori con certificazioni ambientali e/o del rispetto dei lavoratori, come ad esempio prodotti biologici, prodotti ittici con certificazione MSC o ASC, prodotti con certificazione Fair Trade, UTZ, Rainforest alliance, prodotti di arredamento o strutturali in legno con certificazione FSC o PEFC, prodotti tessili certificati Oeko-Tex, ecc.
Laddove non siano disponibili certificazioni ma il prodotto sia comunque considerato sostenibile, l’azienda deve giustificare i metodi utilizzati per tale valutazione.
Al momento dell’audit per la certificazione GSTC, dev’essere presente una valutazione documentata dei fornitori e delle relative prestazioni di sostenibilità, così come un sistema di monitoraggio documentato degli acquisti di prodotti sostenibili, il quale dovrà dare evidenza di un aumento nella spesa relativa a questi prodotti rispetto all’anno precedente e un aumento delle categorie di prodotti con certificazioni ambientali.
Nel caso di outsourcer inclusi nello scopo del certificato che si riforniscono autonomamente di prodotti freschi, sono richieste prove documentate sulla richiesta dall’azienda al subappaltatore di raggiungere l’obiettivo stabilito dal GSTC e sulla conferma che l’obiettivo è stato raggiunto.
Criterio D1.2 – Acquisti efficienti
Secondo il criterio D1.2, la struttura deve gestire attentamente l’acquisto di beni di consumo e monouso, compresi gli alimenti, al fine di ridurre al minimo gli sprechi.
Al momento del primo audit che tenga conto dei nuovi criteri, l’azienda dovrà aver eliminato tutta la plastica monouso (ad esempio: cannucce e stoviglie di plastica, bottiglie di plastica, ecc.) e i servizi di cortesia individuali per gli ospiti. Questi ultimi possono essere sostituiti con dispenser, se compatibili con la tipologia di ambienti.
Durante il primo audit di rinnovo, l’organismo certificatore verificherà che vi sia stata un’ulteriore eliminazione della plastica monouso, ad esempio per quanto riguarda le bustine per condimenti monodose o le tovagliette monouso.
Con il successivo audit di rinnovo, dovranno essere implementate azioni per un acquisto efficiente (ad esempio: priorità agli acquisti da fornitori di prodotti alimentari che confezionano i loro prodotti in casse e contenitori riutilizzabili/restituibili, acquisti all’ingrosso, ecc.) e un programma di riduzione dei rifiuti.
Si fa presente che una valida alternativa alla plastica standard è la bioplastica derivata dal mais o altre piante, mentre la plastica riciclata non è ammessa. Sono inoltre accettate le saponette e i prodotti solidi es. shampoo in confezioni non di plastica.
Criterio D1.3 – Risparmio energetico
Tale criterio prevede che venga misurato il consumo energetico, che vengano prese misure per ridurre al minimo il consumo complessivo e che l’azienda si impegni ad aumentare l’uso di energia rinnovabile.
L’auditor, al primo sopralluogo, verificherà che almeno il 30% dell’illuminazione della struttura sia a LED e che, se l’hotel già non utilizza fonti di energia rinnovabili, sia stato predisposto un piano aziendale documentato per introdurle.
Con i successivi audit, la percentuale di utilizzo di illuminazione LED dovrà salire al 50% al momento del primo rinnovo della certificazione e all’80% al secondo.
Inoltre, per il primo rinnovo è richiesto che sia cominciata la transizione verso fonti energetiche sostenibili per scopi di riscaldamento/raffreddamento, come ad esempio l’utilizzo di IREC (certificati internazionali di energia rinnovabile) o altre fonti energetiche certificate, installazione di pompe di calore, ecc.
Per il secondo rinnovo, ulteriori requisiti sono l’evidenza di qualsiasi aumento dell’uso di elettricità da fonti rinnovabili (ad esempio: produzione di energia pulita in loco, energia verde dai fornitori di elettricità) e, se l’hotel dispone di card/chiavi elettroniche, la dotazione di sistemi HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata) in almeno il 90% delle camere, che permettano l’interruzione di questi sistemi in caso di assenza della tessera.
Criterio D1.4 – Conservazione dell’acqua
Il presente criterio riguarda il rischio e il consumo idrico: dev’essere valutato il rischio idrico, il consumo idrico dev’essere misurato e devono essere adottati accorgimenti per ridurlo al minimo. L’approvvigionamento idrico deve comunque essere sostenibile e non influire negativamente sui flussi ambientali.
Con il primo audit, si verificherà la presenza di sistemi a basso consumo idrico almeno in alcuni dei bagni della struttura, con il controllo della scheda tecnica del sistema installato. Nel caso in cui non siano stati ancora installati tali sistemi, dev’esserci prova documentata di un piano aziendale per sostituire rubinetti e soffioni della doccia con altri a basso consumo idrico.
Alcuni utili chiarimenti: i sistemi di scarico a basso consumo d’acqua vengono così definiti se il volume è pari o inferiore a 6 litri per scarico; i soffioni doccia a basso consumo idrico consumano non più di 10 litri al minuto; i rubinetti a basso consumo idrico consumano non più di 6 litri al minuto.
Altri aspetti che verranno valutati saranno: la presenza di un programma di riutilizzo della biancheria e di una procedura di pulizia che include azioni di risparmio idrico; il coinvolgimento degli ospiti in azioni di riduzione dei consumi idrici nelle stanze; la presenza di linee guida documentate per l’irrigazione delle piante da esterno/giardino.
Durante il primo sopralluogo di rinnovo della certificazione, l’auditor controllerà che l’azienda abbia aumentato la percentuale delle sue attrezzature a basso consumo idrico, ad esempio sostituendo rubinetti e soffioni della doccia con altri a basso consumo idrico. Verrà verificato inoltre il sistema di monitoraggio e valutazione del programma di riutilizzo della biancheria.
L’audit durante il secondo rinnovo prevede che almeno il 90% dei servizi igienici consumi 6 litri (o meno) per scarico; l’installazione del sistema correlato deve essere documentata e verificabile.
Criterio D2.1 – Emissioni di gas serra
Questo criterio definisce che le emissioni significative di gas serra da tutte le fonti controllate dall’azienda debbano essere identificate, calcolate ove possibile ed evitate o ridotte al minimo. Viene inoltre incoraggiata la compensazione delle emissioni rimanenti.
Le novità riguardano l’offerta di opzioni vegane/vegetariane nei menu e l’installazione di stazioni di ricarica per le auto elettriche.
Infatti, durante il primo audit, verrà verificata la presenza di proposte vegane o vegetariane nei menu del ristorante o snack bar della struttura. Nel caso di struttura senza servizio food&beverage, le raccomandazioni per la ristorazione esterna devono includere un riferimento esplicito alla possibilità di trovare opzioni vegetariane.
La struttura ricettiva deve poi avere almeno una stazione per auto elettriche nel proprio parcheggio. Questo requisito è applicabile solo se almeno il 5% dei visitatori arriva in struttura in auto (in base ai dati storici) e, naturalmente, se essa dispone di un parcheggio per gli ospiti. Se nelle vicinanze vi sono parcheggi pubblici o privati che offrono questo servizio, bisogna informare il cliente di questa possibilità.
Criterio D2.4 – Rifiuti solidi
Il criterio D2.4 prevede che i rifiuti, compresi quelli alimentari, vengano misurati, che siano in atto meccanismi per ridurli, o comunque riutilizzarli o riciclarli. Qualsiasi smaltimento di rifiuti residui non deve avere effetti negativi sulla popolazione locale o sull’ambiente.
L’auditor, in fase di primo sopralluogo, verificherà che la struttura ricettiva abbia una politica di gestione dei rifiuti e addotti misure per ridurre i rifiuti inviati in discarica.
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Sicuramente, attuare tutte le azioni descritte non è semplice, ma con il supporto di professionisti è possibile trovare il modo più efficace per rendere la propria struttura più sostenibile. Ciò consentirà non solo di ottenere la certificazione GSTC, ma avrà evidenti ricadute positive in termini di efficientamento energetico e quindi di riduzione dei consumi e dei costi, oltre all’impatto positivo in termini di marketing e promozione della struttura.
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